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Il movimento femminista e la condizione della donna

La data di inizio del femminismo statunitense è tradizionalmente collocata nel 1848 presso la conferenza di Seneca Falls, tenutasi il 19 e 20 luglio. Fu in questa occasione che venne adottata la “Dichiarazione dei sentimenti”, scritta da Elizabeth Cady Stanton, primo testo in cui viene rivendicata l'opposizione al potere maschile e il sostegno alle riforme sociali.
Dopo il 1890 il conservatorismo, prevalente tra le stesse esponenti femministe, richiese alle organizzazioni femminili d'interessarsi solamente a promuovere il diritto di voto per le donne. La critica della religione venne abbandonata, e furono interdetti i rapporti con le associazioni che lottavano per i diritti dei neri e degli immigrati. Questo periodo è chiamato "era progressiva", e si estese dal 1890 al 1920.
Le protagoniste del movimento femminista statunitense includono Lucretia Mott, Elizabeth Cady Stanton, Lucy Stone e Susan B. Anthony; Anthony e altre attiviste, come Victoria Woodhull e Matilda Joslyn Gage, tentarono di votare prima che avessero ottenuto il loro diritto legale per farlo, per la qual cosa molte di esse affrontarono accuse penali.
Oltre alla lotta per il diritto di voto, il movimento femminista degli anni '20 si concentrò su altri problemi, come il controllo delle nascite e l'accesso all'istruzione e all'occupazione. Il controllo delle nascite e il diritto all’aborto, in particolare, erano questioni importanti, almeno per quelle donne che desideravano avere il controllo sui loro corpi e sulle loro scelte di vita. Nel 1921, Margaret Sanger fondò la prima clinica di controllo delle nascite negli Stati Uniti, che venne subito chiusa dalle autorità, ma Sanger continuò a lavorare per diffondere informazioni sul controllo delle nascite e a lottare per la sua legalizzazione.
Nel corso della prima ondata vi fu una notevole connessione tra il movimento dell'abolizionismo e il movimento dei diritti delle donne. Frederick Douglass fu fortemente coinvolto in entrambi i movimenti e credeva che fosse essenziale per entrambi lavorare insieme per raggiungere una vera uguaglianza per quanto riguardava la razza e il sesso.
Il femminismo della prima ondata coinvolse un'ampia gamma di donne, alcune appartenenti a gruppi cristiani conservatori (come Frances Willard e l' "Unione per la temperanza della donna cristiana", che raccolse il maggior numero di donne), altre, come Matilda Joslyn Gage della "National Woman Suffrage Association" (NWSA, fondata nel 1890), con un approccio e delle idee decisamente più radicali.
La maggior parte delle femministe della prima ondata erano moderate e conservatrici, piuttosto che radicali o rivoluzionarie, come i membri dell’ "American Woman Suffrage Association" (AWSA), che erano disposte a lavorare all'interno del sistema politico e comprendevano l'importanza di allearsi con gli uomini di potere con simpatie per la causa femminista, al fine di promuovere la causa del suffragio.
In Georgia, una piccola minoranza di donne era impegnata anche nell’attivismo in favore del diritto all’aborto, di una riforma carceraria e della lotta contro la corruzione. Tuttavia, la grande maggioranza delle donne dello Stato era ancora soggetta ai limiti imposti dalla società e dalle leggi dell'epoca, e tali battaglie, all’epoca considerate radicali e persino sovversive, non erano penetrate a fondo nel loro sentire comune. Infatti, dopo la conquista del diritto di voto nel 1920, gran parte del movimento si disperse, e sebbene piccoli gruppi con obiettivi più ambiziosi esistessero, costituivano una piccolissima minoranza delle donne, spesso oggetto di scherno da parte delle donne stesse.

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